La poesia non è una fuga dalla realtà, ma un diverso fare, un diverso modo di abitare il mondo, uno sguardo nuovo sulla realtà. Da questo punto di vista la poesia è il contrario dei processi di automazione e automatizzazione che il digitale realizza in maniera sempre più efficiente. La questione che si pone oggi allora è: è possibile pensare una modalità di utilizzo delle potenzialità dell’intelligenza artificiale che vada nella direzione poetica della disautomatizzazione dei processi, della crescita e condivisione di creatività, della tessitura di quell’ambiente simbolico che ci lega tra noi e ci apre oltre il dato di fatto- un orizzonte che stiamo perdendo, diventando così sempre più succubi delle procedure? Tutto questo tenendo conto del fatto che l’intelligenza artificiale è mossa da potenti interessi economici e politici, ma che agire in direzione ostinate contraria è la sola via di libertà e di umanità.